Un esempio virtuoso di collaborazione tra Università e Pubblica Amministrazione Locale

Un approccio innovativo alla gestione del rischio bradisismico
I Campi Flegrei rappresentano un’area di straordinaria complessità geologica e sociale, soggetta a fenomeni di bradisismo, un sollevamento e abbassamento periodico del suolo con conseguenze su infrastrutture e sicurezza pubblica. Il progetto di ricerca condotto dall’Università di Napoli Federico II, attraverso il coinvolgimento di quattro dipartimenti (DICEA, DIST, DiSTAR e DISS), ha permesso di sviluppare nuove strategie di gestione del rischio, fornendo supporto scientifico alla Pubblica Amministrazione per la tutela della popolazione. Le attività, avviate dal 2014 e intensificate nel periodo 2020-2024, hanno portato alla definizione di scenari di rischio specifici per il territorio flegreo, contribuendo direttamente all’emanazione del Decreto Legge 140/2023, il primo provvedimento legislativo italiano dedicato alla gestione preventiva del bradisismo. Questo approccio innovativo ha reso possibile una maggiore consapevolezza del rischio e l’elaborazione di piani di mitigazione mirati, capaci di integrare monitoraggio scientifico e strategie di resilienza urbana.
Dallo studio del rischio all’azione concreta
L’iniziativa si è sviluppata attraverso una stretta collaborazione con i Comuni dell’area flegrea, in particolare Pozzuoli, dove il continuo sollevamento del suolo ha reso necessario un nuovo approccio alla prevenzione. I ricercatori hanno fornito dati e modelli previsionali, supportando la redazione del Piano di Emergenza Comunale, aggiornato nel 2020 con un focus su microzonazione sismica e vulnerabilità edilizia. L’analisi ha evidenziato che il bradisismo non può essere gestito con criteri standard di rischio sismico, poiché è caratterizzato da scosse di bassa intensità ma alta frequenza, che nel tempo logorano edifici e infrastrutture. Grazie a questi studi, nel 2023 il Grande Progetto Pozzuoli è stato presentato al Governo, diventando la base scientifica del Decreto Legge 140, che ha stanziato oltre 50 milioni di euro per interventi di mitigazione del rischio, monitoraggio e informazione ai cittadini. Il progetto ha inoltre favorito la nascita di tavoli tecnici multidisciplinari, in cui esperti e amministratori lavorano insieme per definire strategie efficaci di prevenzione e gestione dell’emergenza.
Un modello di ricerca al servizio della comunità
L’impatto del progetto è stato significativo sia a livello locale che nazionale. Le attività hanno coinvolto oltre 76.000 abitanti, con esercitazioni di evacuazione e campagne di sensibilizzazione. Sono stati istituiti tavoli tecnici con la Protezione Civile e altri enti, mentre la ricerca accademica ha contribuito a formare esperti nel settore della gestione del rischio ambientale. Il caso Campi Flegrei rappresenta un modello di collaborazione tra università e pubblica amministrazione, dimostrando come la ricerca possa tradursi in azioni concrete per la sicurezza delle persone. Il lavoro prosegue con nuove iniziative di monitoraggio e prevenzione, con l’obiettivo di rendere il territorio più resiliente e preparato ad affrontare i fenomeni naturali futuri. La sinergia tra scienza e istituzioni dimostra come la conoscenza scientifica possa influenzare positivamente le politiche pubbliche, creando modelli di intervento replicabili anche in altre aree a rischio.